venerdì 30 marzo 2012

Un' esplosione di profumi...



Siamo in Terra emiliana, nel basso parmense, la cantina è "Ceci", nata nel 1938 da Otello Ceci, rinomato oste della sua provincia; lungimirante del risultato che otteneva proponendo il suo Lambrusco, (scurissimo per la pigiatura ottembrina, rito che è divenuto mestiere per lui ed i suoi successori), veniva servito nelle scodelle di legno abbinato a culatelli, salami e prosciutti locali.
Oggi alla guida della azienda troviamo Alessandro Ceci, enologo e direttore, che ha mantenuto alte le aspettative della qualità e ha rilanciato investendo sull' immagine, con un fantastico ed unico packaging...

Terre Verdiane Malvasia Secca
Il Lambrusco è il vino che li ha resi famosi, ma non è quello di cui ho voglia di parlare, oggi vi voglio raccontare del "Terre Verdiane, Malvasia Secco", vino bianco frizzante ottenuto da Malvasia Bianca di Candia Aromatica, uva aromatica che appartiene al grande gruppo delle Malvasie, nel quale rientrano diversi vitigni dalle caratteristiche differenti; il nome che li accomuna deriva dal fatto che nel Medioevo venivano impiegati per ottenere vini dai caratteri organolettici simili, come un' importante aromaticità, elevati residuo zuccherino e alcolicità.
Si pensa che la sua introduzione in Italia sia da attribuire ai veneziani che la importarono nel XIII secolo dalla Grecia.
Si distingue dalla "Malvasia Bianca di Candia" per la sua spiccata aromaticità.

Volendo fare una piccola parentesi, adesso mi sembra doveroso capire come si possano suddividere in modo grossolano le uve perchè troveremo uve neutre, semiaromatiche e aromatiche; la differenza, è data dai profumi varietali che come ci suggerisce il termine stesso parliamo di quelli che derivano direttamente dalla varietà; le sostanze che li scaturiscono perlopiù sono i terpeni (molecole presenti nelle bucce che conferiscono agli acini i profumi, i più importanti sono il geraniolo, linalolo e nerolo) .
Le uve si suddividono in tre grandi gruppi:

Malvasia Bianca di Candia Aromatica
  • UVE NEUTRE, sono quelle che non presentano dei profumi tipici che differienzano il suddetto vitigno da altri, sempre e conunque, e si trovano in ogni terroir (per fare alcuni esempi troviamo il Cortese, il Greco, il Fiano, la Noisola, i Trebbiani, il Verduzzo e il Vermentino che sono i più importanti a bacca bianca e come esempio a bacca rossa i più importanti sono l' Aglianico, la Barbera, il Bonarda, la Croatina, la Corvina, il Gaglioppo, il Gamay, i vari Lambruschi, il Nebbiolo, il Montepulciano, il Sangiovese e lo Schioppettino);
  •  UVE SEMI AROMATICHE, sono invece quelle che nell' acino non presentano profumi unici e diretti, ma durante tutti i processi evolutivi a cui il mosto viene sottoposto accade qualcosa che scaturisce dei profumi che poi ritroviamo sempre ( e qui troveremo il Sauvignon, il Riesling, il Prosecco, lo Chardonnay, il Kerner e il Sylvaner, per i bianchi e invece per i rossi il Cabernet Sauvignon, il Cabernet Franc ed il Merlot);
  • UVE AROMATICHE, sono invece quelle uve che presentano gli stessi profumi sia nell' acino, che durante le lavorazioni ed evoluzioni che nel vino finito ed invecchiato e per fare una prova ci basta masticare un' acino di uva aromatica e ci renderemo conto di ciò di cui ho parlato (i vitigni sono i Brachetti, le Malvasie, i Moscati e Gewurztraminer).
la cantina
  Tornando a noi, vorrei descrivere questo vino che tanto mi ha colpito; non appena ci siamo seduti al tavolo dello stand (io, mia moglie e l' amico Lorenzo, che è il referente di zona, insieme al capo area della Toscana e alla direttrice delle pubbliche relazioni della azienda) ci è stato proposto come primo assaggio il "Terre Verdiane Malvasia Secco", millesimo 2011; io l' ho accettato quasi con riluttanza, non mi faceva impazzire l' idea di questo vino, ma ancor di più non me la sono sentita di rifiutarlo in loro presenza, "E MENO MALE, dico io" mi sono dovuto rimangiare tutti i pregiudizi che avevo, e posso garantire che per me non è difficile, ma quasi impossibile!

Una volta versato mi sono soffermato ad osservarlo e a pensare a che vino stavo per degustare e giudicare, in relazione alle sue caratteristiche, come è giusto che sia, e utilizzando la terminologia AIS direi:
  • il vino si presentava cristallino, di color giallo paglierino con riflessi verdolini e abbastanza consistente, per quello che riguarda il perlage ho notato delle belle bollicine che definirei abbastanza fini, o quasi, ed abbastanza persistenti;
  • avvicinandolo al naso direi che era intenso, abbastanza complesso e fine, con note erbacee, minerali, fruttate, armomatico e franco, con note ben distine di melissa, bianco spino, qualche lieve nota di timo, poi ancora il rosmarino,  la rosa ed fiori di pesco arrivano in conclusione;
  • una volta portato alla bocca ecco il mio stupore, un altro vino, secco, con una bella freschezza e con una giusta effervescenza che fa salivare e invoglia a berne ancora e gli aromi a poco a poco tornano fuori, di gusto equilibrato e abbastanza intenso, a dispetto di ciò che pensavo anzichè cadere immediatamente rimane abbastanza a lungo in bocca, quindi direi abbastanza intenso e con un palato abbastanza fine;
  • per ciò che riguarda lo stato evolutivo direi proprio che è pronto, questo non è di certo un vino da lasciar in cantina e l' armonia riepilogando tutte le sensazioni direi proprio che ho trovato delle senzazioni che si sposano bene tra loro.
In abbinamento lo vedrei bene sicuramente come aperitivo, magari in estate in spiaggia  con un prosciutto di parma, o con del lardo, non troppo saporito come quello d' Arnad, ma un lardo di maiale bianco toscano.

In conclusione due paroline ancora mi sembrano doverose sulla storia di questo nettare.


La Malvasia Terre Verdiane ancora oggi è l'espressione di come la tradizione secolare della gente di questo luogo sia viva ed immortale; vede le sue origine nella lontana domenica sera del 10 ottobre 1813, quando Carlo Verdi dopo aver visto nascere il figlioletto Giuseppe, volle brindare alla nuova vita stappando una bottiglia e versando nei calici questo nettare sopraffino; il profumo di malva, rosa e rosmarino inondò la stanza e ciò fece sì che ne parlassero a lungo e ricordassero di quella sera e di quel brindisi fatato.

Come si dice in Toscana "Ganzissimo..." e adesso mi sa che stappo!!!

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