giovedì 5 aprile 2012

CUPELLI, LA BOLLICINA CHE PARLA TOSCANO...

 
 
Qualche mese fà arrivò alla porta del mio locale un amico che esaltava le doti di uno spumante toscano, osannando quanto fosse buono e dicendomi che dovevo assaggiarlo; la mia risposta fu: "non se ne parla, le bollicine lasciamole fare a chi le sa fare", non avevo la minima intenzione di assaggiarlo, ma siccome ognuno ha gli amici che merita, senza stare li a farla lunga, sono stato raggirato e in un modo elegantemente furbo, mi hanno messo in una situazione in cui non avevo via di scampo, dovevo per forza assaggiarlo, insomma come si suol dire: "mi hanno messo nel sacco".
L' enologo che si occupa di questo prodotto viene da una delle terre più vocate a bollicine, la Franciacorta; lui ha creato un vino sicuramente non facile, schietto e diretto come potrebbero essere tanti altri, ma un vino di grande spessore e complessità. Qui troviamo Trebbiano Toscano in purezza, uva che se lavorata con criterio crea vini, sicuramente non facili, che però donano grandi emozioni a chi li beve...
"Allora il trucco c' è ma non si vede", dico io e con riluttanza mi rendo conto subito del mio errore e dello spessore del prodotto e facendo un esamino di coscienza ribadisco il concetto che mai deve essere dato per scontato nel mondo del vino, queste bollicine la sanno lunga...
L' azienda, nata nel 1954, quando Amelio Cupelli decise di trasferirsi dalle Marche a San Miniato, Pisa, iniziando a coltivare la vite, mostrando particolare interesse e dedizione nel Vin Santo.
Oggi questa piccola realtà, parliamo di 6 ettari vitati, è portata avanti è gestita dalla figlia Ivana e dai nipoti Marco e Sara che con tanto lavoro e amore curano le loro vigne, per lo più autoctone, tanto da poter garantire alta qualità.


I vigneti crescono in terreni calcareo-argillosi e limo-sabbiosi a medio impasto del Valdarno inferiore, a ridosso delle colline sanminiatesi. L' età degli impianti è di 40 anni, affiancata da un' altra che è entrata in produzione nel 2009. I cultivar presenti sono come dicevo quasi esclusivamente autoctoni, cioè varietà di vite coltivate e diffuse nella zona di appartenenza della vigna, e troviamo: nei bianchi Malvasia Bianca, Trebbiano e San Colombano, invece nei rossi Sangiovese e Ciliegiolo, oltre a vitigni alloctoni, l' opposto degli autoctoni cioè trapiantati che non fanno parte della storia vitivinicola di una determinata zona, troviamo il Merlot, uva semiaromatica che esprime grandi profumi di frutta e fiori.
 
Come ho avuto modo di farmi spiegare direttamente da Marco e Sara, in occasione del Vinitaly 2012 appena volto al termine, nel momento in cui si sono trovati a prendere in mano le redini dell' azienda di famiglia si sono anche trovati ad un bivio: produrre, oltre al Vin Santo, delle uve destinate alla nascita di vini mediocri oppure investire nella ristrutturazione dell' azienda stessa e credere in un progetto importante per creare qualcosa di nuovo e fuori dal comune; loro senza indugi hanno affrontato questo passaggio come sfida, e devo dire che l' hanno vinta a mani basse, creando tre spumanti Metodo Classico superbi.

l' appassimento delle uve del Vin Santo
La Vendemmia è manuale, con una prima selezione dei migliori grappoli, il trasporto in cantina viene effettuato in piccole cassette, per preservare l' integrità delle uve, e la diraspatura è istantanea; a questo fa seguito una pressatura sofficie delle uve.
Nelle produzione di spumanti di qualità dato che si tende a voler esaltare l' acidità del vino, che si esprimerà in freschezza, la vendemmia avverrà con leggero anticipo sulla piena maturazione dell' uva, che arrivando in cantina deve essere di qualità eccelsa motivo per cui il trasporto avviene in piccole cassette scolme. Una parte di bianco viene vinificato immediatamente dopo la separazione delle bucce, processo che dura circa 7-8 giorni, mentre l' altra resta a fermentare altre due settimane, in modo da formare la base del loro spumante.
 
Amelio, Vin Santo del Bianco Pisano San Torpé DOC
Anche se in quest' occasione voglio scrivere dello spumante, dedicare due parole sulla produzione del loro Vin Santo mi sembra doveroso; le uve vengono selezionate tra i filari di Trebbiano Toscano e San Colombano dove vengono scelti solamente i migliori grappoli, poi una volta arrivati in cantina vengono appesi, come vuole la tradizione, per 4 mesi. Una volta appassita l' uva vengono nuovamente selezionati i grappoli migliori che andranno alla pressatura da cui si ricaverà un mosto che riposerà tre anni in caratelli di rovere (piccole botticelle tipiche di questo prodotto, di forma allungata e con capienza che va dai 25 ai 200 litri, le più diffuse oggi si aggirano intorno ai 100 litri) per poi essere imbottigliato  e affinato alcuni mesi prima della messa in commercio.

Ed eccoci finalmente arrivati al punto in cui prendiamo in esame il fatidico "Erede", come dicevo, uno spumante "Metodo Classico"; qualcuno si domanderà quale sia il significato che si cela dietro a questo termine che fa tanto etichetta; molto semplicemente significa che viene fatto con la tecnica più antica, la stessa utilizzata dai produttori di Champagne, il cui mosto viene fatto fermentare una prima volta in grandi contenitori o botti e poi appena diventa vino viene messo in bottiglia dove ri-fermenta, dato che dalla fermentazione (trasformazione degli zuccheri in alcol e anidride carbonica per effetto dei lieviti) si andrà a creare una frizzantezza naturle; quest' effervescienza verrà mantenuta all' interno di tale bottiglia da un particolare tappo che poi verrà sostituito da quello classico di sughero e ne stabilirà la qualità.

l' Erede 2009
Questo vino è un Trebbiano Toscano in purezza che ha affinato sui lieviti per 18 mesi, il perlage è fine e persistente, di colore giallo paglierino con dei riflessi verdolini, cristallino; al naso i profumi sono interessanti e complessi, si va dai fiori bianchi del pesco, a qualche lieve sentore di fiori di camomilla arricchiti da frutta come pesca, mela e pera e con una chiusura di lievito, in bocca la freschezza della bolicina si fa sentire, ma è sempre equilibrata, i sentori sono di frutta matura e con un finale leggero di panificazione.
Una bollicina estremamente interessante, ottima come aperitivo, anche se io, amante della bollicina a tutto pasto, la preferisco abbinata e perchè no ad un tagliolino al tartufo bianco??? oppure ad un risotto alla pescatora??? o ancora ad un Prosciuttino Primo sale, un carpaccio di carne marinata, che rappresenta uno dei nostri cavalli di battaglia???
Insomma la scelta è tanta, l' importante è stappare e provare, l' abbinamento poi vien da sè e se non dovesse essere completamente giusto l' importante è che piaccia!

l' Erede Limited 2008
Andando avanti nelle loro bollicine troviamo la versione Limited, differenziato da una più lunga permanenza sui lieviti, qui arriviamo a 34, ed il millesimo di conseguenza cambia, 2008, il perlage è abbondante, fine e persistente, campanello di qualità, e con una spuma abbondante e cremosa; i colori rimangono su tonalità giallo paglierino, come nel primo, ma questa volta con decisi riflessi dorati e l' aspetto è decisamente Brillante. Al naso i profumi sono decisamente più maturi, dai fiori gialli alla frutta bianca, ben matura, e l' ampiezza del bouquet ci permetterebbe di star qui a discuterne a lungo.
In bocca i sentori sono di frutta matura, e di panificazione, con una morbidezza che mi farebbe pensar ad un deciso residuo zuccherino e se dovessi paragonarlo ad un altro vino direi che assomiglia ad un Methode Ancestrale.
Se dovessi abbinarlo lo affiancherei ad un poco di pasticceria secca, ma preferisco berlo così, come aperitivo; però mi sento in dovere di avvertirvi:
"OCCHI, UN BICCHIERE TIRA L' ALTRO..." e buon divertimento!!!
  
l' Erede Rosato 2009
Ultimo nato in casa Cupelli, le uve in questo caso sono 100% Canaiolo rosa, nel bicchiere si presenta di un meraviglioso rosa antico, con perlage fine e persistente; al naso i profumi virano dalla fragola alla ciliegia, per andare alla fine a richiamare la mela, in bocca è secco, con un' effervescienza che riempie il palato, interessante la sapidità, delicata e mai aggressiva, il bouquet è ampio, persistente e strutturato.
Mi divertirei con una bella bistecca alla fiorentina, rigorosamente al sangue.






In conclusione devo dire che con estremo piacere noto che in etichetta viene riportata la data di Sboccatura o Degorgemont, cioè il momento in cui vengono separati i residui dei lieviti, ormai inattivi, che sono stati coinvogliati nel collo della bottiglia, dal resto del vino.

Allora non ci resta che stappare, stappare ed ancora stappare, perchè si dice che una bottiglia al giorno tolga il medico di torno, o era una mela?!?!?! maaa non mi ricordo e quindi per non saper ne leggere ne scrivere io sapete cosa faccio???

Io Stappo Stappo Stappo...




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